Chirurgia bariatrica: migliora la qualità di vita e riduce i costi del SSN

Chirurgia bariatrica: migliora la qualità di vita e riduce i costi del SSN

 

Buon rapporto costo-beneficio e migliore qualità di vita: sono questi i due principali risultati ottenuti da uno studio realizzato dal CESP e presentati in Regione Lombardia in occasione del 6° European Obesity Day (21 maggio 2016).
Si stima che in Italia, ci siano circa 5,5 milioni di obesi (includendo tutti i livelli di obesità), il cui costo annuo per il Sistema Sanitario Nazionale si aggira intorno ai 9 miliardi di euro tra costi sanitari, calo di produttività, assenteismo e mortalità precoce.

 

La presentazione di un nuovo studio economico di fronte alle Istituzioni regionali

Sono stati presentati il 20 maggio 2016 al Consiglio regionale della Regione Lombardia i dati di uno studio di economia sanitaria realizzato dal Centro di Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica (CESP) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca sul rapporto costo-efficacia della chirurgia bariatrica in Italia a fronte del miglioramento della qualità di vita dei grandi obesi operati.

L’incontro, realizzato dall’associazione di pazienti Amici Obesi Onlus, con il patrocinio di Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità (CSRO), Società Italiana Obesità (SIO), Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (SICOB) si è svolto in occasione dell’European Obesity Day, la giornata europea contro l’obesità che si celebra in tutta Europa il 21 maggio di ogni anno dal 2010.

 

Analisi e metodi

Per stimare i costi e gli effetti della chirurgia bariatrica è stato elaborato un modello decisionale di Markov, utilizzando dati provenienti da diversi studi internazionali (tra i quali lo Swedish Obese Subject study e lo Scandinavian Obesity Surgery registry), e nazionali, utilizzando il punto di vista del Servizio Sanitario Italiano e due orizzonti temporali:

1) lifetime

2) 10 anni

In questo modello, un paziente obeso poteva essere sottoposto a chirurgia bariatrica o continuare con una gestione medica ottimale senza intervento; sperimentare o no complicazioni post-intervento; sviluppare diabete di tipo 2 o malattie cardiovascolari (angina, infarto del miocardio, ictus, scompenso cardiaco e artropatia periferica), regredire dalla condizione di diabete o morire. Durante la simulazione il paziente poteva progredire in una delle condizioni sopra riportate o rimanere in quella in cui si trovava in funzione del suo Indice di Massa Corporea (BMI, Body Mass Index).

Nell’analisi sono stati considerati tre tipi di interventi chirurgici: il bypass gastrico, la gastrectomia verticale parziale e il bendaggio gastrico aggiustabile.

Il modello stimava per le due opzioni a confronto i costi medi per paziente, gli anni di vita, gli anni di vita aggiustati per la loro qualità (QALY) e il rischio assoluto di sviluppare eventi cardiovascolari, arteriopatie periferiche e diabete di tipo 2.

 

I risultati in sintesi

Nell’analisi condotta usando l’orizzonte temporale lifetime, la chirurgia bariatrica ha comportato un guadagno per paziente di ben 3.2 QALY – ovvero oltre tre anni di vita vissuta in condizioni di salute ottimalee una riduzione della spesa per paziente di €11.384, risultando l’opzione più efficace e meno costosa rispetto all’approccio non chirurgico.

Anche considerando un orizzonte temporale più corto, pari a 10 anni, la chirurgia bariatrica è risultata l’opzione preferibile dal punto di vista del rapporto di costo-efficacia.

“La chirurgia bariatrica – ha dichiarato Luciana Scalone del Centro di Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica (CESP) nel presentare i dati dello studio – offre un’opzione di trattamento efficace contro l’obesità quando gli approcci conservativi falliscono. Comprendere l’impatto economico e clinico della chirurgia bariatrica è di fondamentale importanza per i clinici e i decisori sanitari, al fine di poter scegliere in maniera consapevole l’opzione di trattamento complessivamente più efficiente, in quanto più efficace per i pazienti e meno costosa, o comunque economicamente sostenibile per il sistema sanitario, almeno nel breve o medio periodo”.

 

Ha dichiarato il dottor Marco Antonio Zappa, vice presidente SICOB (Società Italiana Chirurgia dell’Obesità): “La grande obesità rappresenta una grave condizione patologica e un importante fattore di rischio per il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari, le malattie muscoloscheletriche e i tumori, e rappresenta un costo sociale e sanitario tra i più elevati. La terapia chirurgica della grande obesità (chirurgia bariatrica) attualmente in Italia risulta essere ai vertici europei e mondiali in termini di risultati a breve e a lunga distanza, sia in termini di calo ponderale che nella guarigione delle comorbilità”.

 

In Italia gli obesi sono 5,5 milioni. Oltre 100mila casi ogni anno. Questo si traduce in un costo annuo stimato in 9 miliardi di euro tra costi sanitari, calo di produttività, assenteismo e mortalità precoce. “I dati sono allarmanti – ha affermato Michele Carruba, direttore del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità – 57mila morti all’anno per cause attribuibili all’obesità, mille a settimana, 150 al giorno, uno ogni dieci minuti. Il costo annuo dell’obesità arriverebbe addirittura a più di 22 miliardi di euro se si calcolassero anche i costi complessivi delle patologie correlate all’obesità”.

 

“Per combattere l’obesità – ha concluso Marina Biglia, presidente dell’Associazione Amici Obesi Onlus (ente promotore dell’incontro) – è necessario uno sforzo comune di tutte le parti in causa e soprattutto un corretto approccio con specialisti del settore che possano curare il malato a 360 gradi in centri multidisciplinari specifici”.

 

Come si ‘misura’ l’obesità?

L’Indice di Massa Corporea (Body Mass Index, BMI) è misurato come il rapporto tra peso (espresso in kg) e altezza (espressa in m2).

Il National Institute of Health (NIH), USA ha iniziato a definire la condizione di obesità in termini di BMI negli anni Ottanta e nel 1998 si è stabilito che un valore di BMI superiore a 25 kg/m2 corrisponde alla soglia del sovrappeso e che un valore maggiore o uguale a 30 kg/m2 viene invece attribuito all’obesità.

“Negli ultimi anni – aggiunge il professor Michele Carruba, direttore del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità – alla misura del BMI è stata affiancata la misura della circonferenza vita che meglio descrive il rapporto tra l’obesità viscerale e il rischio di morbilità e mortalità: si considerano obesi gli uomini con girovita uguale o superiore a 102 cm, mentre per le donne il valore è di 88 cm”.

 

European Obesity Day

È un’iniziativa annuale inaugurata nel 2010, promossa da comunità mediche, associazioni di pazienti e autorità politiche al fine di supportare i cittadini europei obesi o in sovrappeso e informare sulla necessità di contrastare l’obesità a livello europeo, dando voce a tutti coloro che soffrono di problemi legati al peso eccessivo.

L’European Obesity Day 2016 si celebra il 21 maggio di ogni anno.

 

 

 

Fonti

– Cartella stampa: Incontro aperto alla cittadinanza in occasione della Giornata Europea dell’Obesità

– Milano, Consiglio Regionale della Lombardia, Sala Gonfalone, Venerdì 20 maggio, ore 11.00

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