Guerra aperta alle maxiporzioni

Negli ultimi 50 anni le quantità delle porzioni, tra medium e large, sono decisamente aumentate: è stato calcolato che dal 1955 i volumi di un panino con hamburger sono triplicati, lo zucchero contenuto nelle bevande è aumentato ben quattro volte e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: un crescente aumento di sovrappeso e obesità sin dall’infanzia e dall’adolescenza e una continua crescita dei casi di diabete di tipo 2

 

Le porzioni corrette: perché è utile conoscerle sin da bambini

Vi siete mai chiesti che cosa significhi esattamente il termine porzione? E a quanti grammi corrispondano misure come “un cucchiaio” o “una tazza”?

 

In genere viene definita come “PORZIONE” la quantità standard di un alimento, espressa in grammi, che si utilizza come unità di misura per un’alimentazione equilibrata.

 

Considerato che una porzione deve soddisfare le aspettative del palato e dello stomaco e deve essere conforme alla tradizione alimentare del singolo paese a cui si fa riferimento, è chiaro che le porzioni di paesi diversi (pensiamo ad esempio all’Italia e agli Stati Uniti) possono essere anche molto diverse.

In Italia, l’INRAN, l’Istituto di Riferimento insieme alla SINUguerra-maxiporzioni (Società Italiana di Nutrizione Umana), ha stabilito  le porzioni standard di cibi e bevande sulla base dei consumi medi di alimenti della popolazione italiana, tenendo conto degli alimenti e delle pietanze tipiche della nostra tradizione mediterranea e delle grammature di alcuni prodotti confezionati. Il risultato è una tabella di riferimento delle porzioni che ne riporta il peso corrispondente in grammi  riferito all’alimento crudo e al netto degli scarti (i pesi cambiano dopo la cottura).
Un discorso a parte meritano le unità di misura che fanno riferimento a semplici oggetti comuni che si trovano in ogni cucina della famiglia italiana: si parla in questo caso di cucchiai colmi o rasi,  tazze piccole o medie e altro ancora, un sistema semplice e utile per tutti di pesi e misure elaborato dalla SINU che consente di convertire le comuni “unità casalinghe” in grammi per dosare in modo facile e veloce ma corretto i cibi anche senza dover ogni volta ricorrere alla bilancia.

 

Porzioni… a portata di mano

Vi è anche un altro modo pratico, meno preciso, per definire rapidamente le porzioni ed è quello di prendere come riferimento il volume di oggetti di uso comune (pallina da tennis, carte, mouse  del pc, ipod) oppure utilizzare uno strumento sempre a disposizione, le nostre mani. Le mani sono commisurate alla taglia della persona e assumono forme diverse a seconda che siano chiuse a pugno oppure distese, a dita aperte o a dita chiuse. Si tratta di un comodo sistema di confronto immediato con il cibo nel piatto, pronto per essere mangiato che abitua in modo semplice e soprattutto per i bambini giocoso a controllare le porzioni.
Così il classico “pugno” può costituire una porzione di pasta o di riso già da consumare, un “palmo” è orientativamente  una porzione di carne o di pane a fette, mentre “due dita” di formaggio stagionato costituiscono una porzione di questo alimento (vedi “La regola della mano”).

 

Consulta sullo stesso argomento:

 

Fonti

– Veronesi U – Il libro della salute. RCS Media Group 2012

– Asprea B – Bambini in sovrappeso. Tecniche Nuove Ed, 2° Ed 2012

– Cappelli P, Vannucchi V – Principi di scienza dell’alimentazione. Zanichelli 3° Ed, 2008

– Moriondo C – Il manuale dell’alimentazione. Hoepli Ed, 2011

 

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