I protagonisti: il bisogno di raccontarsi

Sono state raccolte 149 storie nell’arco di 2 mesi, da marzo a maggio 2011, grazie alla preziosa collaborazione dell’Associazione AmiciObesi, che ha dato visibilità al progetto e ha messo a disposizione sul sito internet (www.amiciobesi.it), portale informativo sull’obesità e sulla chirurgia bariatrica, un link per la compilazione delle storie. Erano attese cento storie, ne sono arrivate molte di più: e questo è il sintomo della grande voglia di aprirsi a parlare di sé, usando lo strumento della narrazione.
L’adesione al progetto non è stata vincolata all’iscrizione al sito stesso ma è avvenuta per “serendipità”, da parte di navigatori del web che si sono occasionalmente imbattuti nella proposta di studio.

Già semplicemente dal numero delle storie, raccolte in pochissimo tempo, viene evidenziata una grande necessità delle persone obese di narrarsi, di non vivere più all’ombra di un corpo troppo ingombrante.
Presi di petto”, afferma Marina Biglia, presidentesssa di AmiciObesi, “gli obesi mentono sempre”: per vergogna, per paura del giudizio, per non sentirsi di nuovo inadeguati, mostrano una maschera sorridente e autoironica semplicemente per evitare un confronto diretto.
Lo strumento della favola e la sua trasmissione attraverso Internet hanno creato l’ambiente ideale: protetto, nascosto, senza pregiudizi… un ambiente in cui raccontare e raccontarsi diventa facile e liberatorio; un ambiente in cui passare da una visione “da distanza” data dalla terza persona a una visione “in soggettiva” diventa quasi naturale (e infatti avviene nella gran parte delle storie, 115 racconti, il 78%); un ambiente in cui non si ha paura di scrivere di sé perché il Web è una ragnatela che tutto trattiene e nulla giudica.

L’orario si scrittura delle storie
È stato valutato anche l’orario scelto dai protagonisti per riflettere e scrivere la propria storia. Si tratta quasi di una distribuzione gaussiana, con un picco nel pomeriggio (h. 15 – 18), con il 24% delle storie (36 casi).

La scelta dell’orario potrebbe riflettere parzialmente il fatto che chi scrive non voglia nascondersi o riflettere nel buio della notte ma porti allo scoperto la propria storia nella luce del pomeriggio: si tratta di persone che ce l’hanno fatta… non nel senso che hanno ottenuto un calo ponderale (cosa che avviene nel 60% dei casi) ma nel senso che si sono poste un obiettivo e sono determinate a perseguirlo (“Il mio sogno oggi è raggiungere il peso e la forma che non ho avuto mai nella vita e succederà se: Non ci sono se succederà.”), che hanno raggiunto un equilibrio ma senza cedere, rassegnandosi a una vita da obesi. Questi compilatori sono persone che hanno fatto pace con se stesse e che lotteranno.
Al contrario, i compilatori notturni sono quelli più insicuri: nel loro gruppo si avverte il dubbio e la rassegnazione (“Succederà se Dio lo vorrà”, “potrebbe succedere…”, “non lo so, sinceramente”).

"Poter vivere una vita normale... non una vita a metà"

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