ll pesce è un alimento prezioso soprattutto per l’elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi omega-3 che proteggono dalle malattie cardiovascolari e non solo. Soprattutto il pesce marino è anche ricco di fosforo, calcio e iodio e proteine di alto valore biologico, più digeribili di quelle della carne per la scarsa presenza di tessuto connettivo.
Gli Esperti consigliano di consumarlo almeno 2-3 volte alla settimana ma come essere certi che sia fresco?
Le regole sono poche ma importanti soprattutto con il caldo estivo.
ODORE
Diffidate se è acre e ricorda l’ammoniaca. il tipico “odore di pesce” si sente solo quando non è fresco.
CONSISTENZA
Il pesce appena pescato è flessibile, sodo e resistente alla pressione delle dita. Per fare la prova dotatevi di guanti trasparenti monouso.
COLORE
Anche il colore ha la sua importanza. Deve essere uniforme, brillante, metallico, iridescente.
Occhio se il pesce ha un colore disomogeneo: in genere vecchio.
OCCHIO
È da osservare con cura: quello del pesce fresco è chiaro, vivace, brillante.
BRANCHIE
La zona intorno e sotto le branchie deve essere rosea o rosso sangue, umida, mai secca o color grigio-marrone. È uno dei primi segni di scarsa freschezza.
SQUAME
Controllatele: devono essere intatte, chiare, argentee o biancastre, comunque sempre brillanti.
INTERO
Il pesce fresco intero è umido ma non viscido.
IN TRANCI
Se il pesce è venduto in tranci come il tonno, per esempio, per verificarne la freschezza controllate che la polpa abbia un colore uniforme e un gradevole odore salmastro, sia elastica al tatto e ben aderente alla pelle e al pezzo di vertebra centrale.
Comprate il pesce a fine spesa come ultima cosa.
Dopo l’acquisto, mettete il pesce subito in frigo (d’estate può bastare mezz’oretta in macchina per dire addio al pesce fresco) e consumatelo in giornata, al massimo il giorno dopo, a pranzo.
L’ideale sarebbe conservarlo in un sacchetto pieno di cubetti di ghiaccio. Se si intende congelarlo, meglio sfilettarlo.
Panini o insalate con pesce (per es. tonno sott’olio o al naturale, sardine, sgombri, lampughe anche in scatola etc) devono essere tenuti in frigorifero. Questi alimenti, se conservati male diventano a rischio di istamina, una sostanza allergizzante, che può provocare la cosiddetta “sindrome sgombroide”.
Fonti
– Cappelli P, Vannucchi V – Principi di scienza dell’alimentazione. Zanichelli Ed, 2008
– Moriondo C – Il manuale dell’alimentazione. Hoepli Ed, 2011
– Strunz U, Jopp A – Grassi buoni, grassi cattivi. Tecniche Nuove Ed, 2008
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