Intervento del dr. Dario Tuccinardi, Specialista in Endocrinologia e Diabetologia, Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Roma

L’obesità è una patologia cronica che viene definita multifattoriale perché è provocata da più fattori, ambientali e genetici, modificabili.

 

I principali fattori che favoriscono l’obesità

Sicuramente tra i fattori che promuovono l’obesità gioca il ruolo più importante il fattore ambientale ma che cosa s’intende per fattore ambientale? S’intende lo stile di vita: come e quanto il paziente mangia, quanto si muove, quale tipo di attività fisica svolge. È fondamentale valutare questo tipo di situazione per poter capire, ad esempio, se il paziente ha un aumentato introito calorico (quante calorie introduce con l’alimentazione) e un ridotto dispendio energetico (quante calorie consuma), con un conseguente accumulo delle scorte energetiche sotto forma di tessuto adiposo, di grasso, che è particolarmente pericoloso se tende ad accumularsi nella zona intorno al girovita. Un aumento del grasso viscerale porta ad un notevole aumento del rischio cardiovascolare, in entrambi i sessi ed in particolare nella donna dopo la menopausa, quando viene meno l’ombrello protettivo esercitato dagli ormoni estrogeni durante la vita fertile.

 

 

Altri fattori importanti possono essere quelli che vengono definiti come fattori NON modificabili ovvero fattori genetici che possono predisporre a sviluppare l’accumulo di peso. A parte alcune condizioni molto rare, genetiche, che in genere vengono diagnosticate durante la prima infanzia, ci sono altre condizioni genetiche che possono predisporre all’accumulo di peso. Per esempio, l’insulino resistenza che rappresenta una condizione patologica che favorisce lo sviluppo di patologie metaboliche, in primis il diabete di tipo 2 ma anche la tendenza ad accumulare peso e quindi l’obesità con tutti i rischi e le patologie ad essa associate, come steatosi epatica, diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa e altre patologie respiratorie, ortopediche etc che nell’insieme predispongono il paziente a quella che viene definita come sindrome metabolica che – a sua volta, come in un circolo vizioso – correla con un aumento della circonferenza vita che significa aumentato accumulo di grasso nell’area viscerale che come detto è particolarmente pericoloso per l’incremento del rischio cardiovascolare associato (aumento delle patologie metaboliche, assetto lipidico alterato, aumento della pressione arteriosa, etc.).

 

 

 

Vittoria Majocchi

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