Sleeve gastrectomy e reflusso gastroesofageo (GERD)

Sleeve gastrectomy e reflusso gastroesofageo (GERD)

Report dal Congresso internazionale “Obesity Surgery and Gerd” organizzato il 21 giugno a Zingonia – Osio Sotto (BG) dall’Unità di Chirurgia generale e oncologica del Policlinico San Marco diretta dal Prof. Stefano Olmi**

 

Il Congresso “Obesity Surgery and GERD”, Zingonia, 21 giugno 2019

Focus centrale del congresso, che ha richiamato alcuni dei massimi esperti italiani e internazionali di chirurgia bariatrica e di chirurgia del reflusso gastroesofageo, è la correlazione tra la sleeve gastrectomy, oggi l’intervento bariatrico più eseguito al mondo e la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD).

 

Che cos’ è la Sleeve gastrectomy?

La “sleeve” è un intervento almeno parzialmente restrittivo che consiste nella sezione dello stomaco con rimozione di circa i 2/3 di esso. La sezione avviene parallelamente alla piccola curva gastrica in modo da creare uno stomaco a forma di tasca (“sleeve” in inglese). L’intervento mira a ridurre in modo drastico la quantità di cibo che può essere ingerita e provoca un senso di sazietà precoce. I risultati in termini di calo ponderale si stimano mediamente intorno al 60% dell’eccesso di peso (Linee Guida Sicob, Sio, Adi).

 

Quando si sviluppa la GERD?

Secondo diversi studi condotti, in una percentuale variabile dei pazienti sottoposti a sleeve si sviluppano i sintomi tipici da reflusso gastroesofageo, che si manifesta con rigurgito acido, bruciori di stomaco, dolore e sensazione di fastidio dietro lo sterno (pirosi retrosternale). I pazienti devono assumere ogni giorno farmaci gastroprotettori. Nel 15 – 40 % dei casi, il reflusso gastroesofageo provoca un’esofagite di vario grado.

 

Tra gli obiettivi: creare delle linee guida di riferimento

Durante il congresso “Obesity Surgery and GERD”, sono stati previsti due collegamenti Live con le sale operatorie del Policlinico San Marco per 4+4 interventi di chirurgia bariatrica in laparoscopia. Durante la trasmissione sono state ascoltate anche alcune relazioni: gli esperti si sono confrontati sui diversi aspetti del rapporto tra sleeve e GERD, con l’obiettivo di definire delle linee guida autorevoli su questa possibile complicanza e migliorare ulteriormente la qualità di vita dei pazienti operati.

 

L’innovazione della sleeve modificata

Attenzione particolare è stata dedicata alla cosiddetta sleeve modificata, un innovativo intervento di chirurgia bariatrica messo a punto dal dottor Olmi e dalla sua equipe per affrontare il problema del reflusso in alcuni pazienti obesi.

“La nostra equipe – proprio per prevenire il rischio di comparsa di GERD (reflusso gastroesofageo) dopo la sleeve tradizionale, ha da alcuni anni introdotto una modifica all’intervento classico di Sleeve Gastrectomy associandola a un intervento di chirurgia plastica antireflusso a 360° che i pazienti simpaticamente hanno soprannominato “sleeve con il cravattino”“ osserva il dr. Stefano Olmi, direttore dell’Unità di Chirurgia Generale e Oncologica, del Centro di Chirurgia Laparoscopica avanzata e del Centro di Chirurgia dell’Obesità (centro di eccellenza della SICOB, Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità), co-presidente del congresso di Zingonia insieme al prof. Riccardo Rosati, Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università Vita- Salute San Raffaele.

“L’intervento chirurgico di sleeve modificata, oltre a essere restrittivo come la sleeve classica con tutti i suoi vantaggi nella perdita di peso e nella risoluzione delle eventuali patologie associate (diabete, ipertensione, dislipidemia etc.), è eseguito in combinazione con un piccolo intervento di chirurgia plastica antireflusso che utilizza una minima parte del fondo gastrico e che evita e risolve l’invalidante problema del reflusso gastroesofageo e della conseguente esofagite che possono manifestarsi come complicanza dopo una sleeve tradizionale.”

La plastica antireflusso è un intervento ormai ben consolidato in ambito chirurgico che viene eseguito da più di 50 anni nei pazienti che soffrono di malattia da reflusso gastroesofageo. “Unendo in un solo intervento le due tecniche, – continua l’esperto – “ si riescono a ottenere i risultati della Sleeve tradizionale in termini di perdita di peso e di miglioramento delle patologie legate all’obesità e allo stesso tempo si possono evitare a distanza i sintomi da reflusso gastro-esofageo e le ulteriori problematiche a esso legate (esofagite ed esofago di Barrett). Gli ottimi risultati di questo intervento ottenuti sinora sono confermati anche dai risultati preliminari dello studio osservazionale concluso alcuni mesi fa e dello studio randomizzato che stiamo conducendo e che terminerà a novembre.”

 

**Il prof. Stefano Olmi è  direttore dell’Unità di Chirurgia Generale e Oncologica del Centro di Chirurgia Laparoscopica avanzata e del Centro di Chirurgia dell’Obesità (centro di eccellenza SICOB) del Policlinico San Marco di Zingonia, Istituti Ospedalieri Bergamaschi, Università di Milano.
Il prof. Olmi è membro di S.I.C. (Società Italiana di Chirurgia); A.C.O.I. (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani); E.A.E.S. (European Association for Endoscopic Surgery); I.G.S.C. (International Gastro Surgical Club); S.I.C.E. (Società Italiana di Chirurgia Endoscopica); S.I.C.O.B. (Società Italiana Chirurgia dell’Obesità). È autore e co-autore di moltissimi volumi pubblicati dalle principali Case Editrici Scientifiche, Nazionali e Internazionali oltre che di un centinaio di pubblicazioni sulle principali riviste chirurgiche nazionali ed internazionali, in ambito chirurgico.

 

 

References

– Linee Guida Sicob, Sio, Adi, 2016-2017

– Comunicato Stampa, Policlinico San Marco, Gruppo San Donato, Zingonia (BG)

 

 

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