Storia e curiosità sulla deodorazione

L’idea di contrastare e prevenire gli odori del corpo è molto antica anche se la deodorazione vera e propria come la concepiamo noi oggi rappresenta una pratica relativamente moderna, patrimonio della civiltà industriale e dei consumi, condizionata inizialmente dal problema igienico e sociale dell’affollamento di persone che lavoravano in ambienti ristretti e all’emanazione di odori poco piacevoli. Da allora la sua evoluzione in senso di efficacia, tollerabilità e ampliamento dell’offerta è stata davvero impressionante. Si calcola che i deodoranti siano tra i prodotti cosmetici più utilizzati in tutto il mondo occidentale.

 

Tra le popolazioni indigene di alcune isole dei mari del Sud
si racconta che uomini e donne usino ancora fasciare le ascelle con bende in cui inseriscono ramoscelli di piante aromatiche i cui oli essenziali, mescolandosi all’odore ascellare, producono un profumo strettamente personale. Deodoranti rudimentali ma efficaci per le semplici esigenze locali.

 

Nell’antichità, in Egitto e in Cina
già si usava depilarsi in modo rudimentale, immergersi in bagni aromatici e massaggiare la cute delle ascelle con oli profumati e unzioni molto coprenti. I metodi di analisi più moderni hanno permesso di comprendere le proprietà delle piante e delle essenze delle quali gli antichi, in modo empirico, conoscevano gli effetti. Sin dall’antichità (e lo è ancora oggi) veniva impiegato anche l’allume di rocca e altri sali minerali per le sue proprietà astringenti ed energizzantI.

 

Dall’antica arte indiana, il bagno al sandalo, ottimo antisettico
Antichissima e preziosa è l’arte indiana delle essenze, curative e cosmetiche, i cui primi documenti sono rintracciabili già nei Veda, testi sacri indù scritti in sanscrito fra il 2000 e il 500 avanti Cristo. Il sandalo, usatissimo anche oggi, è un ottimo antisettico, nutritivo per la pelle ha proprietà rinfrescanti, decongestionanti, diuretiche, sedative, deodoranti, emollienti e lenitive. Ha anche una connotazione spirituale. Con il suo legno ad esempio si fabbricavano i portali d’accesso ai templi e il suo aroma viene utilizzato tuttora negli incensi più raffinati.

 

Nell’antico Giappone
le geishe usavano immergersi in un bagno di vino di riso (sakè) che oltre a purificare la pelle donava loro radiosità e morbidezza.

 

Il bagno di Sheherazade
Un bagno dalle mille e una notte, profumatissimo di note fiorite, con sfumature speziate, caratteristiche dei giardini islamici in cui venivano frequentemente utilizzati anche gli stigmi dello zafferano , i preziosi fiori del croco che noi utilizziamo nelle pietanze più ricercate.

 

Il bagno al latte o di Cleopatra ma non solo
Da secoli il bagno al latte è associato a donne di favolosa bellezza e grande potere. Fu la mitica Cleopatra, l’ultima regina dei Tolomei che regnò nell’Egitto indipendente a inaugurare questa ideale galleria di beauties consegnata ormai all’immortalità. Il suo bagno prediletto era a base di latte d’asina, una sostanza rigenerante e assai efficace per nutrire e mantenere giovane e morbida la pelle. Sua emula in Roma fu Poppea, la corrotta moglie di Nerone, la quale pare che viaggiasse sempre con al seguito un branco di asine affinché non le mancasse mai il prezioso liquido. Ma anche la regina di Scozia, Maria Stuarda, si bagnava in questo latte prezioso e ancora la prima moglie di Napoleone, Josephine de Beauharnais, e la sorella dell’Imperatore, Paolina Borghese, nota per la sua grande bellezza ed eccentricità. Le proprietà di questo bagno sono legate alle proteine del latte che rendono la pelle morbida e vellutata.

 

Nell’antica Roma, il bagno di Giulio Cesare
era a base di foglie di alloro e fiori di lavanda con l’aggiunta di foglie di mirto e bacche di ginepro, piante note e usate in tutta l’antichità per le loro proprietà aromatiche, calmanti e tonificanti. Per concludere in bellezza, Giulio Cesare soleva cospargersi con un massaggio di olio profumato alle stesse essenze.

 

Nel 1700
si scoprì che alcune ghiandole del nostro corpo producono sudore e che la responsabile dell’odore associato era la flora batterica locale, soprattutto in condizioni di umidità e di aumento di temperatura. Gli scienziati cominciarono a cercare sostanze in grado di agire direttamente sui batteri o indirettamente riducendo l’umidità.

 

Nel 1800
si iniziarono ad applicare tinture a base di ammoniaca e altre sostanze che ovviamente provocavano irritazioni e infiammazioni cutanee.

 

La “capanna sudatoria” antesignana della sauna
L“inipi” o “capanna del bagno di vapore” era una pratica rituale degli indiani d’America per purificare il corpo, la mente e lo spirito “…. in modo da arrivare a percepire un nuovo senso del sé.” Questo rito della purificazione era considerato preparatorio ad ogni tipo di rituale sacro.

 

Nel 1888
un anonimo creò il primo vero deodorante: il Mum, da un’essenza floreale
Venne commercializzato dalla Bristol Myers per la prima volta a Filadelfia, negli Stati Uniti; era in forma di crema da massaggiare con le dita a base di ossido di zinco. Nel Regno Unito lo si può trovare ancora oggi.

 

Nel 1903
si cominciò a utilizzare la prima formula antitraspirante: EverDry
Era una formulazione a base di cloruro di alluminio così acida da penetrare nei vestiti lasciando macchie gialle. Ancora oggi è in vendita con una formulazione moderna, rinnovata ed evoluta.

 

Nel 1914
venne commercializzato Odorono
una formulazione a base di allume e borace. Qualche anno dopo comparve Arrid, una crema a base di alluminio solfato.

 

Nel 1952
comparve il primo roll-on (Bac)
Fu creato da Helen Barnett Diserens che si ispirò al meccanismo della penna a sfera. Ha una formulazione a base di alluminio cloridrato.

 

1950-1970
comparvero i primi antitraspiranti spray e i deodoranti contenenti alluminio zirconio e propellenti clorofluorocarburi (CFC)

Le prime formule, che ebbero un enorme successo, furono poi vietate dalla FDA americana nel 1977 e progressivamente in tutti i paesi per la loro elevata tossicità per le persone e per l’ambiente (fonti di gas serra, buco dell’ozono). Rapidamente furono trovati altri ingredienti meglio tollerati anche se la polemica sull’uso di questo tipo di deodoranti non si è mai placata del tutto. Gli antitraspiranti sono considerati farmaci e richiedono il consulto con uno specialista prima di poter essere utilizzati.

Verso la fine degli anni ’70 venne formulato anche il primo stick antitraspirante con alcol cetilico e ciclosiliconi.

 

Nel 1990
furono commercializzate le prime emulsioni antitraspiranti su base siliconica.

 

Anni 2000
La tecnologia e le maggiori conoscenze sui meccanismi della traspirazione hanno permesso di ampliare come non mai le possibilità di scelta per la deodorazione mettendo a disposizione dei consumatori più esigenti e informati varie soluzioni per ogni tipo di necessità, età e stile di vita. Oggi si può davvero dire che i deodoranti non sono tutti uguali.

 

 

 

Fonti

– Celleno L – Dermatologia cosmetologica. Tecniche Nuove, 2008
– Proserpio G, Racchini E – Manuale di Cosmetologia. BMC Editrice 2008
– Manuale del Cosmetologo. Tecniche Nuove, 2007
– Klepak P, Walkey J – Antiperspirants and deodorants. Butler, H. (ed.), Poucher’s Perfumes, Cosmetics and Soaps, 10th Edn, 69-100 / 2000 Kluwer Academic Publishers. Printed in Great Britain
– Storia della Bellezza. Universale Electa/Gallimard, 1997
– Muryn M – La magia dell’acqua. Mondadori, 1996
– Villoresi L – L’arte del bagno. Ponte alle Grazie, 1996

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