L’approccio multidisciplinare per lo studio e la cura dell’obesità

L’approccio multidisciplinare per lo studio e la cura dell’obesità

“Nel nostro Centro Multidisciplinare dell’Obesità (CMO) seguiamo da diversi anni pazienti obesi e soprattutto grandi obesi che vengono sottoposti a chirurgia dell’obesità. Il percorso che questi soggetti devono intraprendere è un percorso non semplice. Purtroppo, nell’immaginario soggettivo o collettivo, la chirurgia bariatrica viene vista come un approccio terapeutico miracolistico. Tutti cercano il miracolo, cercano una soluzione rapidissima al problema e non si rendono conto, invece, che per avere un successo anche con la chirurgia, bisogna entrare all’interno di un percorso e bisogna impegnarsi.” Sottolinea in questa videointervista il Dott. Giuseppe Fatati, Direttore del Centro Multidisciplinare per lo studio e la cura dell’ Obesità (CMO) e Primario di Diabetologia e del Servizio di Dietetica dell’Ospedale Santa Maria di Terni.

 

L’importanza indiscussa della dieta …

“Il primo approccio vero della grande obesità è e rimane ancora la dieta, anche se abbiamo deciso di sottoporre il paziente a un intervento chirurgico. Il paziente che riesce a dimagrire con la dieta prima dell’intervento avrà meno rischi operatori, avrà un decorso molto più semplice, avrà molte meno complicazioni” continua il dr. Giuseppe Fatati.

 

“Non dobbiamo dimenticare che chi è in grado di fare una dieta è in grado poi di sopportare quello che è tutto il periodo post-chirurgico in cui, in realtà, bisognerà sempre stare attenti a quello che si mangia. L’errore che spesso si fa è pensare che l’intervento chirurgico oltre a un miracolo sia completamente risolutivo di una tendenza ad ingrassare che comunque è alla base del problema. L’obeso e il grande obeso non è così solo perché magari in tempi passati ha mangiato un po’ troppo ma è così perché la sua genetica lo porta ad ingrassare e quindi l’errore genetico che è alla base viene solo parzialmente corretto da un intervento chirurgico per cui la dieta e il cambiamento di uno stile di vita scorretto saranno necessari prima dell’intervento per evitare complicanze e dopo l’intervento per aumentare i successi e per evitare che si debba ricorrere ad interventi successivi magari ancora più pesanti”.

 

… e di uno stile di vita attivo

“Insieme a una corretta alimentazione, non bisogna sottovalutare il ruolo di un sano stile di vita, mantenersi attivi il che non vuol dire andare per forza in palestra ma mantenersi attivi vuol dire fare attività fisica costante tutti i giorni, il che ci aiuta a dimagrire meglio, a mantenere i risultati che abbiamo ottenuto con la chirurgia e soprattutto ad aumentare la tonicità dei nostri tessuti perché l’altro problema post-chirurgico è che alcuni tessuti potrebbero essere troppo rilassati per cui si dovrà ricorrere ad ulteriori interventi, di chirurgia plastica di rimodellamento corporeo o di chirurgia estetica”.

 

Un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA)

“Tutto questo viene, comunque ben spiegato nel nostro CMO ed è per questo motivo che i pazienti che vi afferiscono iniziano un percorso che vede collaborare insieme un team multidisciplinare che comprende oltre al medico esperto in nutrizione clinica anche il dietista, lo psicologo, il personale esperto in attività fisica e chiaramente il chirurgo bariatrico oltre all’anestesista e a tutti quegli specialisti che comunque compongono un team multidisciplinare che deve non soltanto far sì che tutto vada bene ma soprattutto dirci in modo collegiale e condiviso che il paziente è candidabile per la chirurgia bariatrica.

 

 

"Poter vivere una vita normale... non una vita a metà"

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