“Mi sono fatta tanto male e poi ho scelto la cura: potevo accontentarmi, come tanti mi dicevano, di essere semplicemente calata di peso. Ma io rivolevo la mia vita. E un corpo da vivere.”
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“Mi sono fatta tanto male e poi ho scelto la cura: potevo accontentarmi, come tanti mi dicevano, di essere semplicemente calata di peso. Ma io rivolevo la mia vita. E un corpo da vivere.”
Leggiamo la storia di obesità di Tiziana: dopo un bendaggio gastrico, grazie al quale aveva perso solo 3 chili...
Fasi differenti e tempi anche lunghissimi Se volessimo sezionare la fasi del percorso dell’ingresso “ipertrofico” dell’obesità nella struttura della...
“Mi ero messa in testa che forse non mi meritavo di dimagrire, che dovevo rimanere obesa tutta la vita”...
Per me, Elena, essere stata obesa ha sempre avuto un solo significato: di non piacere agli altri, un bisogno...
“Ho partecipato sempre meno alla vita sociale, chiudendomi in casa, con il conforto amorevole di mia madre, che non...
“Non mi sedevo più, rimanevo sempre in piedi, perché avevo il terrore che ogni sedia potesse spaccarsi sotto il...
Mostra fotografica itinerante. Le donne fotografate lanciano una sfida, mostrando corpi scomodi, corpi deturpati dalla malattia, ma anche che...
C'era una volta un bambino di nome Giuliano che viveva con mamma papà e sorelle in una casa in...
L’iperfagia prandiale è l’abitudine a mangiare grandi quantità di cibo ai pasti o ad alcuni pasti. Si distingue dall’abbuffata compulsiva perché la persona non ha la sensazione di perdere il controllo nell’atto di mangiare. È lo stile alimentare di molti buongustai, amanti della tavola. Fonte: Lineeguida Società Italiana Obesità (SIO)
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