La storia di Claudia

L’inizio.
“C’era una volta una bambina di nome Claudia, che viveva con mamma e papà, ma sempre in compagnia di una zia materna e della sua famiglia e dei nonni materni in una casa di città, in un condominio di case popolari anonimo.
Il suo corpo era grasso e, quando mangiava, lo faceva con gusto
.
Se un visitatore esterno alla casa guardava la bambina, diceva che era grassa ma tanto intelligente, mentre la famiglia, e in particolare mamma, la vedeva paffuta.
In casa si cucinava un cibo sano ma abbondante e saporito.
Il frigorifero era pieno di tutto dalla frutta alla verdura, carne e lasagne, mentre la dispensa era piena di tutto. Non c’erano luoghi segreti in cui nasconderlo, il cibo era a portata di mano.
Non capitava quasi mai di mangiare fuori di casa, di solito era mamma che invitava i nonni la domenica. Durante le feste comandate era solita preparare pranzi pantagruelici.
Il cibo era per questa bambina una forma di sfogo e di protezione dall’ambiente esterno che sentiva ostile, e lo utilizzava per noia e per tristezza ma anche per i momenti di gioia.
La bambina giocava principalmente da sola in quanto figlia unica, su una coperta con le bambole. Alcune volte si annoiava e con un trucco (buttare giù dal balcone un giocattolo) riusciva ad andare a giocare nel cortile condominiale. Alcune volte giocava a casa di alcune amichette del palazzo.
Ogni tanto stava da sola, assorta in un mondo fantastico in cui era un’eroina forte e coraggiosa, la protagonista. La mamma la portava quasi tutti i giorni ai giardinetti. Spesso stava male a causa delle grandi sudate e finiva all’ospedale per le tonsilliti.
Crescendo, la ragazza divenne sempre più alta, fino a 170 cm, e sempre più grassa, fino a toccare un peso di 109 kg a 37 anni ma forse anche prima!!!
Non c’erano dubbi: era diventata obesa. La prima persona a farglielo notare fu la mamma.
La famiglia cominciò a dire che doveva dimagrire per la salute, per il marito che aveva, per il figlio che desidera, facendola sentire uno schifo, arrabbiata e infelice.
Da quel momento, iniziarono una serie di prove per far scendere l’ago della bilancia, finché ho deciso di andare da un’endocrinologa da cui ero già stata 10 anni prima.
Guardava le persone magre intorno a sé, si chiedeva: perché a me? Con rassegnazione, quasi accettando il grasso …
Poi si domandò: la sua obesità era una malattia? Ha incontrato il forum di Amici Obesi e ha letto di persone che ce l’avevano fatta e mi sono detta: “Potrei farcela anch’io!!!

Il viaggio nelle cure.
Il primissimo appuntamento con un esperto avvenne all’età di 6 o 7 anni, quando da bambina ero già ben sovrappeso: mi mise a stecchetto. L’ago della bilancia continuò a salire, crescevo sia in altezza che in larghezza!!
Nel corso degli anni, iniziai tante diete, da cinque a dieci, tra le quali: quelle del dietologo, che erano con schema fisso o con schema libero, la dieta a zona fai da te, ho provato anche l’agopuntura e la panca vibrante con la dieta di un personal trainer.
Inoltre visitò un numero, tre o quattro, di variegati “esperti” di diete: dietologi, agopuntore, personal trainer, omeopata.
Nel frattempo, la sua vita si era modificata: ho preso una laurea in Ingegneria, ho trovato un fidanzato “sbagliato”, ho trovato l’uomo della mia vita: mio marito. Poi, la malattia di mia madre, un linfoma.
La protagonista si sentiva felice per essere riuscita negli studi e finalmente di essersi innamorata, la malattia della mamma mi ha spinto in una sorta di depressione, ma mi ha costretto a reagire, ho iniziato ad ingrassare.
All’età di 36-37 anni raggiunse il peso più elevato: 109,5 kg. Si sentiva arrabbiata con se stessa, incapace di reagire, sempre nervosa. Il suo corpo era dolorante: “ avevo male alle anche, avevo sempre il fiatone.”
Passava le sue giornate tra casa e ufficio e nel week-end a cucinare per il marito magro.
Quando usciva di casa, vestita di colore scuro, per andare altrove prendeva i mezzi pubblici o l’auto.
La folla la guardava e lei faceva finta di nulla. Trovandosi tra loro, si isolava.
Cercò un lavoro e successe che lo trovò subito e pensò che oltre al suo corpo pesante c’erano una testa e un cuore.
Il suo sogno era avere un figlio ed una famiglia.
Le diete e le altre terapie non facevano effetto, oppure lo facevano per poco tempo, finendo sempre col riportarla (quasi) al massimo del suo peso. Ne ricordava una in particolare, la dieta iperproteica che faceva effetto, quando sembrava che avesse raggiunto il risultato sperato. Dietro consiglio di mamma, aveva cominciato la dieta da una dietologa. Il peso scese a 79 kg in 5 mesi. Le sue giornate divennero fantastiche perché finalmente mi sentivo bella.
Ma il peso tornò nuovamente ad aumentare, pian piano, ma con l’inizio della malattia della mamma ebbe un rapido incremento.
Il mio compagno mi ha sempre amato ed accettato com’ero, mi è sempre stato vicino. Quando il peso calava, dopo le fatiche di una terapia, la risposta del compagno era: “Abbi fede in te stessa perché così ce la fai!
Ma un bel giorno, scoprì attraverso delle altre persone obese che forse c’era una speranza: esistevano esperti ancora più esperti.
L’intervento chirurgico per il controllo del peso era un’ultima spiaggia.
La persona decise che non sarebbe stato opportuno per ora affrontare la sala operatoria.

Oggi.
La protagonista oggi si sente abbastanza soddisfatta del proprio aspetto. “Peso circa 85 Kg, ne ho persi 24 in un anno e sono ancora a dieta. Ma penso che a dieta dovrò rimanere sempre.”
Ricorda la sua famiglia d’origine con amore e tenerezza perché oggi sono la mamma dei miei genitori anziani.
Ha deciso che si vestirà di colori accesi, rosso e arancio, che della folla gli importa niente!!!
Ha deciso che lo specchio è un amico-nemico, che evidenzia bellezze e difetti e la bilancia è un nemico sincero.
Trascorre il suo tempo a cercare di avere un figlio ed una bella famiglia.

Il suo sogno oggi è un figlio … e dovrà succedere.

 

PESO 85
ALTEZZA 170

"Poter vivere una vita normale... non una vita a metà"

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