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- Il Centro di Eccellenza per la Cura dell’Obesità all’Istituto San Gaudenzio, Novara
- Il Centro di Eccellenza di Chirurgia Bariatrica e Metabolica dell’AOU Pisana
- La SSD Chirurgia dell'Obesità al Brotzu di Cagliari
- Il Centro di Eccellenza di Chirurgia Bariatrica della Casa di Cura Salus, Battipaglia (SA)
- L’Unità di Chirurgia Bariatrica della Fondazione Poliambulanza di Brescia
- Speciale PDTA e Rete Obesità nella Regione Veneto
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- L’Unità Operativa Complessa (UOC) di Chirurgia Bariatrica del Campus Biomedico di Roma
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- Speciale “Obesità, tessuto adiposo, adipociti e adipochine"
- Il Centro di Eccellenza di Chirurgia Bariatrica del Policlinico San Pietro (BG)
- A Novara, il percorso integrato di cura del paziente con obesità
- Speciale Obesity Unit, Belcolle, Viterbo
- A Magenta/Abbiategrasso, il PDTA del paziente con obesità
- Speciale Rosacea
- Speciale Sudorazione e Traspirazione
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Intervento del Dr. Giuliano Sarro, Direttore U.O.C. – Chirurgia Generale, Magenta – Abbiategrasso – ASST Ovest Milano.
La chirurgia bariatrica – così come tutti i tipi di chirurgia – può andare incontro a complicanze, acute e tardive
Le complicanze acute post-operatorie, a seconda della tipologia dell’intervento baratrico, possono essere di natura emorragica e incidono attualmente intorno all’1-2% dei casi; in letteratura ma nel nostro centro sono del tutto sovrapponibili, viene descritta la comparsa di fistole, deiscenze, nell’ordine dello 0.9-2% quindi con una bassa incidenza. Inoltre, possono manifestarsi delle complicanze di natura cardiologica, come l’embolia polmonare, anch’essa con una percentuale estremamente bassa dell’1-2%.
Esistono poi delle complicanze più tardive che, oltre a essere legate all’intervento chirurgico, sono spesso legate proprio alla mancata aderenza del paziente alle raccomandazioni durante il periodo di follow up ricevute dal chirurgo, dal nutrizionista e dallo psicologo.
Se il paziente continua a fumare, c’è un maggiore rischio di ulcera, sia per l’intervento di sleeve che di bypass; se il paziente non esercita una regolare attività fisica, ci possono essere anche problemi a livello vascolare. Occorre ricordare che l’intervento, qualunque esso sia, NON rappresenta MAI una bacchetta magica! Agisce da solo per il primo periodo ma poi il paziente deve sempre collaborare, in modo attivo.
Se il paziente collabora veramente – ed è questa a volte la cosa più difficile da raggiungere – i risultati possono essere davvero ottimali.