Si può re-intervenire? Quando e perché?

Intervento del dr. Umberto Rivolta, chirurgo bariatrico, U.O.C. – Chirurgia Generale, Magenta – Abbiategrasso – ASST Ovest Milano 

Dopo un intervento di chirurgia bariatrica, può capitare che sia necessario re-intervenire. Vediamo quali sono le principali situazioni in cui ciò può accadere, avviando un nuovo percorso bariatrico del paziente insieme al team multidisciplinare, considerando che il re-intervento è sempre più critico rispetto all’intervento primitivo.

 

L’insorgenza di complicanze post-intervento chirurgico

La necessità di re-intervento può dipendere innanzitutto dall’insorgenza di complicanze, come ad esempio dei restringimenti sulle suture oppure dei malassorbimenti oppure qualunque tipo di complicanza che non possa essere gestito con una terapia medica.

 

La ripresa del peso corporeo dopo un intervento bariatrico

Un altro motivo frequente per cui sorge la necessità di re-intervento è la ripresa del peso. Alcuni interventi, in particolare quelli meno invasivi, come il palloncino intragastrico (BIB) o il bendaggio gastrico richiedono un’elevata compliance quindi uno sforzo molto alto da parte del paziente. Questo sforzo può essere ben presente nei primi anni ma magari venire a mancare per qualche fatto accaduto nella vita o perché è passato molto tempo oppure perché sono cambiate le condizioni personali.

In ogni caso, quando c’è la ripresa del peso, magari con gli interessi, è opportuno che il paziente venga rivalutato in un Centro di Chirurgia Baiatrica dove è presente un team multidisciplinare. In questi casi, il primo aspetto da considerare è il motivo per cui bisogna re-intervenire. Il motivo può essere di tipo chirurgico ma più spesso è di tipo psicologico-nutrizionale e quindi la valutazione da parte dello psicologo/psicoterapeuta e del nutrizionista/dietologo/dietista deve essere ancora più approfondita rispetto all’intervento primitivo.

 

QUANDO SI PUO’ REINTERVENIRE?

 

 

Che cosa si può fare dopo un pregresso intervento di chirurgia bariatrica?

Si tratta di un argomento molto complesso in quanto – cercando di capire le cause del fallimento, occorre agire su interventi che abbiano dei meccanismi diversi però è altrettanto vero che ci sono delle complicanze tecniche . In un paziente che è già stato operato, possono insorgere dei problemi anche chirurgici per cui alcuni tipi di interventi non sono fattibili o sono molto rischiosi. Occorre valutare anche la quantità di chili da perdere, se esistono o se nel frattempo sono sopravvenute delle malattie associate (co-morbidità) come diabete di tipo 2 ed ipertensione, andando ad agire su questa tipologia di patologie. Occorre, quindi, riflettere molto bene sul tipo di intervento da eseguire.

 

Un’altra riflessione da fare è che tutti gli studi più autorevoli e recenti ci dicono che le complicanze post-chirurgiche devono essere molto basse per gli interventi primitivi (si parla di percentuali intorno all’1%); soglia che non può essere mantenuta nei re-interventi, eseguiti anche nei centri migliori. Secondo le stime più attuali, tale percentuale tende ad aumentare, anche fino a tre volte. Questo – a parità di chirurgo – significa che re-intervenire vuol dire eseguire una procedura chirurgica su un paziente più fragile e su dei tessuti più delicati con una maggiore possibilità di complicanze. Inoltre, il calo ponderale atteso dopo un re-intervento chirurgico non è mai simile al calo ponderale dello stesso intervento fatto in modo primitivo. Ovviamente tutti questi aspetti devono essere considerati molto bene insieme al paziente e ai colleghi del team multidisciplinare.

 

 

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